Il molino

Per proseguire idealmente nel percorso che dal campo ci porta fino al pane che troviamo sulle nostre tavole, vorremmo descrivervi pressoché il processo di macinazione del grano nel nostro molino a cilindri. La macinazione  a cilindri si esegue mediante macchine denominate laminatoi, al cui interno si trovano dei cilindri contro-rotanti, che vanno a lavorare sul grano in modo differenziato, passaggio dopo passaggio.

Dal granaio una coclea (tubo trasportatore) porta il grano nel pulitore che lo separa dalle impurità (semini e pagliuzze), da qui passa nel separatore che elimina il grano spezzato. Il grano viene poi lavato con acqua corrente. Una lunga coclea porta il grano lavato fino ai cassoni di riposo. Qui si ferma il tempo necessario per assorbire il giusto grado di umidità prima di essere macinato.

I laminatoi di un mulino, visti da un occhio non esperto, possono sembrare tutti uguali: in realtà svolgono funzioni molto diverse per consentire la completa esecuzione di tutti i passaggi previsti dal diagramma di macinazione, il quale è diverso da molino a molino.

Il grano comincia il suo viaggio all’interno del mulino entrando nel primo laminatoio di rottura, da cui esce sotto forma di un composto in cui sono presenti tutte le frazioni del chicco. Questo prodotto viene caricato con un trasporto ad aria su una macchina, denominata plansichter, che ne classifica le varie componenti rendendo possibile la selezione della farina.

Il mugnaio in passato faceva scaricare il prodotto della macinazione su di un setaccio, o crivello, posto all’uscita della macina, collocato all’interno di una cassa di legno. L’azione manuale sul setaccio consentiva quindi al mugnaio di separare le crusche dall’endosperma.

Nei molini a cilindri questa procedura è automatizzata e il prodotto della macinazione avvenuta nei laminatoi viene caricato, come abbiamo già detto, sulle macchine chiamate plansichter.

Il plansichter, la cui invenzione risale alla fine dell’800,  è una macchina setacciante che si presenta come un grosso “armadio” rotante, al cui interno, dietro ogni anta, sono racchiuse pile di stacci sovrapposti, ordinati in base agli schemi previsti dal diagramma di macinazione che separa i prodotti: farina bianca, crusca, cruschello, tritello, farinetta e semola. Quest’ultima passa nella semolatrice che provvede alla setacciatura e alla pulitura di questo prodotto che è il primario in quanto ottenuto dalla macinazione del cuore del chicco. Tutti gli altri prodotti vanno direttamente (in tubi separati) alle bocchette di insacco.  Il nostro mulino lavora “per scelta” a bassa macinazione, perciò non surriscalda il prodotto e conserva tutte le proprietà nutritive dei cereali. La lavorazione lenta permette di mantenere bassa la temperatura durante la molitura e fa sì che la farina non corra alcun rischio di surriscaldamento, preservandone al meglio le qualità nutrizionali ed organolettiche che ne trae cosi vantaggio: questa tecnica di macinazione ci permette  la produzione di farine di alta qualità, punto all’occhiello della nostra etica molitoria.

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